20 ottobre 2010

IL NUMERO 18

Nella Smorfia Napoletana il numero 18 è Sangue.
Per me è dolore.
IL NUMERO 18: un racconto difficile




La mia vita è caotica, piena, quasi satura di emozioni. Tra notti insonni e pannolini, biberon e “fughe” all’asilo passano i giorni. Ce ne vorrà, prima di tornare a qualcosa che somigli a un giorno normale, ma il primo mese è passato: non credevo che la nascita del secondo figlio mi avrebbe scombussolato la vita così tanto. Ho già “provato” cosa significa fare la mamma e con l’altra per questi quattro anni e mezzo me la sono cavata davvero bene.  Adesso sono due: quattro anni e mezzo e un mese.
 Metà di ottobre di questo 1992 è già passata e sono sicura che domani andrà meglio. Sono forte, io, sono in gamba, io, e non c’è nulla che mi possa fermare. Depressione post-partum? Beh, in effetti mi sono sorpresa qualche volta a piangere, ma era solo stanchezza. Pura e semplice stanchezza di mamma.
Oggi ho la visita dal ginecologo, la prima dal giorno del parto, giusto per vedere che tutto “sia a posto”. Non ne ho voglia, a dire il vero, ma so che è giusto così. Certo, se penso agli ultimi nove mesi passati “a gambe aperte” a farmi controllare, palpeggiare, monitorare a causa della gravidanza difficile, mi viene la nausea. Ma in fondo, ci sono cose peggiori, mi dico, ma non ne sono davvero convinta.
Ho organizzato tutto e sono pronta ad uscire: mia mamma non poteva tenermi i bimbi (ma proprio oggi mio fratello doveva insistere perché andasse a casa sua? Va bene che abita in un'altra città, ma mi sembra assurda la sua insistenza perché lei andasse lì. In fondo, è lui che se n’è andato di casa 18 anni fa.) e quindi mio marito ha chiesto un giorno di permesso e resta a casa con figli.
È tutto pronto, un bacio a tutti e vado. Cavoli, proprio adesso deve suonare il telefono?
«Sì, pronto? Mamma? Come? ….che dici? No, non capisco! Ripeti. RIPETI. RIPETI!!!»

22 ottobre 2010: sono passati 18 anni.
A 18 anni se n’è andato di casa.
A 36 si è suicidato.
Oggi avrebbe 54 anni.
Sempre un multiplo di 18. Come gli anni che adesso ha mio figlio, quello piccolo. Un maschio, a cui nel giorno del suo battesimo, avvenuto qualche settimana dopo, il prete voleva imporre come secondo nome quello del mio defunto fratello.
Sono stata irremovibile. Non ho accettato la scelta di mio fratello, non mi è stata data nessuna scelta in merito, ma potevo scegliere di non dedicargli spazi della mia vita. Così ho fatto.

Qualche giorno fa una persona, contenta di avermi scovato tra gli utenti del social network, mi ha mostrato delle foto: eccolo, lui era lì assieme ad altri ragazzi. Una gita al mare.
Era il 1974 e lui aveva 18 anni…



Susanna   20.10.2010



PS:

Quando la sofferenza tracima dall'orlo, l'unica alternativa è gettarla fuori.
Urlando.
Piangendo.
In silenzio.
Ognuno a modo suo.
...Io Scrivo.


ma... i fantasmi del passato non hanno una data di scadenza?

9 commenti:

dtdc ha detto...

Un abbraccio. Solo questo.
Bruno

Gabe ha detto...

che stupenda notizia! Auguri a tutta la famiglia!!!! Baci tanti baci

Susanna ha detto...

@Bruno: grazie. A volte anche un abbraccio virtuale serve.

Susanna ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Susanna ha detto...

@Gabe: ...?

marco de carolis ha detto...

toccante toccante

Tomaso ha detto...

Ciao carissima Kimmi eccomi di nuovo qui fra tutti/e voi, ho iniziato a farvi visita e piano piano arriverò da tutti/e.
Ho iniziato nel mio blog ha pubblicare le prime belle foto del mar rosso.
Un abbraccio e a presto rileggerti,
Tomaso

Anonimo ha detto...

Un caldo abbraccio, un sorriso ed una carezza...
Dolce notte cara

Anonimo ha detto...

Ti ho girato la staffetta dell'amicizia... se ti va, affacciati... così senza impegno.
Bacione

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