27 luglio 2010

Il Mio Giardino Segreto





   Vivere la quotidianità non è sempre facile: famiglia, figli, marito (o moglie) sono sempre vicini. A volte troppo, ognuno con la sua vita, a volte problematica, altre semplicemente caratterizzata dall’età particolare. Crisi adolescenziali o notti insonni per bebè con le coliche, coniugi iperattivi o ipersedentari; poi ci sono anche genitori saccenti e invadenti o, invece, bisognosi di aiuto a cui talvolta si uniscono fratelli, sorelle, zii, cugini, nonni ultracentenari, e... Ommammamiaaaaaaaa…
   Basta così! Già solo così mi viene il mal di pancia! Invece c’è pure il lavoro, con i capi esigenti, i sottoposti invidiosi, i parigrado sgomitanti, budget da raggiungere, premi da contendere, clienti da coccolare, la tecnica da aggiornare, adeguamenti al passo con le tecnologia, studi di mercato, il mercato che non tira, la crisi economica, la pioggia che arriva, e… non c’è più la mezza stagione, mannaggia-pure-al-lavoro. Ma per fortuna che c’è…
   E arriva la sera. Vorremmo sederci tranquilli, magari in silenzio, anche al buio, invece suona il telefono (il cellulare, perché il fisso chi ce l’ha più, ormai?) con l’amica in crisi che deve raccontare, vomitare il suo fiume di parole, sfogarsi… perché solo-tu-mi-capisci, e mio marito è un mostro, un buzzurro che non si sa nemmeno come ho fatto a sposarlo, e poi c’è lui (l’amante!) che mi sembrava così dolce e carino e invece adesso è anche lui seduto davanti alla tivvù a vedere la partita perché-sono-tutti-uguali, e mentre allontaniamo l’apparecchio per dare un po’ di tregua alle nostre orecchie (entrambe, perché ormai abbiamo cambiato lato più volte), la porta di sopra sbatte e sentiamo la figlia adolescente (immaginiamo) piangere lacrime amare per l’amore estivo ormai finito…
   Basta! Questa volta davvero! Mi chiudo in me stessa e il desiderio di immergermi in un vuoto spazio temporale mi assale. Forse stavolta ci riesco davvero.
   Lui parla, ma senza suoni. Lui ascolta, senza insistenza. Lui accoglie, come agreste panchina. È il mio giardino segreto. Un angolo dove non ci sono obblighi, fretta, amici o parenti petulanti. Talvolta c’è un amico particolare (solo uno, non più di uno) ma che non può essere, per definizione, un amante, perché se lo fosse questo amico rientrerebbe nel vortice della vita con piaceri/doveri/crisi/nervosismi/arrabbiature/aspettative.
   Amo il mio giardino segreto e, anche se per me è ancora un luogo inesplorato, cerco di conoscerlo. Sono guardinga, non vorrei cadere o ferirmi inavvertitamente, ma so che per prosperare anche il mio giardino segreto, come ogni giardino che si rispetti, non può essere trascurato. Ha bisogno di essere annaffiato (non troppo, né troppo poco), di essere curato e vissuto. Con piacere, con quel pizzico di desiderio che ci spinge a ritornare in un posto piacevole.
   Il mio è un giardino semplice, come quelli di montagna, tanto verde e qualche ramo secco da sistemare. C’è pure una fontanella nel mezzo: non funziona, per adesso, ma forse un giorno ci si potrà abbeverare.
   Bello.
   Il mio giardino segreto.

 
Su. 07.07.2010

2 commenti:

Tomaso ha detto...

Carissima credo che affidare a te il mio giardino sarebbe di sicuro custodito sempre bene con la vera naffiatura tu la conosci sicuramente bene...
Un caloroso saluto con un abbraccio forte,
Tomaso

Luz ha detto...

Il giardino segreto è un elemento fondamentale nella vita di una donna. Una volta che si è avuta la fantasia e il coraggio di crearlo, non se ne può più farne a meno.
Mi rallegro con te!

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